venerdì 27 maggio 2011

Impariamo a riconoscere i costruttori d'odio e di morte

Il ventre che partorì la cosa immonda è ancora fecondo (V. Jankélévitch).

Da Dachau (Germania nazista1933) a Omarska (Bosnia cetnica 1993), che si trova a poche ore di auto da casa mia...
L'urlo muto dei campi di sterminio si leva ancora.

Chi ha voluto, nutrito e popolato i patiboli di un'orgia di assassinii, mutilazioni, pestaggi e stupri è ora consegnato alla corte di giustizia europea che lo giudicherà per i crimini commessi contro l'umanità

Ma ciò che mi stordisce è come il seme dell'odio abbia potuto tornare a germogliare per riproporre le stragi dei campi di sterminio. Iniziò con parole di intolleranza, separazione e scherno... le medesime parole che ho ascoltato dai capi della fazione determinante per l'equilibrio dell'attuale governo italiano.

A qualcuno piacciono ancora i campi di sterminio e non si vergogna a farlo intendere, rimpiangendo l'azione di chi li ha realizzati senza aver sfruttato l'opportunità di portare a termine il "lavoro".

Borghezio dice del sanguinario boia dei balcani:
«Un vero patriota».
«Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche».
«I Serbi avrebbero potuto fermare l'avanzata islamica in Europa, ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i Serbi, compreso Mladic. Io comunque - assicura - andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà».
[fonte: "La Repubblica" 27.5.2011]