sabato 19 novembre 2011

Il Canto e il Suono: tracce d'Infinito


In occasione dei festeggiamenti per celebrare la ricorrenza della Presentazione di Maria Vergine al Tempio, 21 novembre 2011, nella chiesa di Santa Maria in Silva di Brescia si è tenuto il concerto "Il Canto e il Suono: tracce d'Infinito".

Qui sono raccolti i link ai video delle esecuzioni musicali.

Coro Polifonico di Santa Maria in Silva
diretto da Talia Elisa Benasi


SALVE REGINA, Laudario Giustinianeo, Coro Polifonico S.Maria in Silva, soprano Ennia Zubani

BONUS EST DOMINUS e QUONIAM QUI TALIA

PANIS ANGELICUS di Claudio Casciolini

ORA LA PACE di Bepi De Marzi

Gruppo Strumentale "Armonie in Pizzico", orchestra a plettro
Direzione e solista mandolino: Miki Nishiyama
Solista mandolino: Talia Elisa Benasi


SCHIARAZULA MARAZULA, Arr. di Miki Nishiyama Flauto dolce: Carlo Abeni

CONCERTO in LA MIN. op.3 n.8, 1° mov. allegro, Antonio Vivaldi

CONCERTO in LA MIN. op.3 n.8, 2° mov. larghetto spiritoso, Antonio Vivaldi

[Sarà inserito nelle prossime ore] CONCERTO in LA MIN. op.3 n.8, 3° mov. allegro, Antonio Vivaldi

INTERMEZZO CAPRICCIOSO, Amedeo Amadei

SUITE POPOLARE n.1, Tarantella

IL CARNEVALE DI VENEZIA, Costantino Bertucci, Arr. di Miki Nishiyama

NUOVO CINEMA PARADISO, Andrea Morricone

AMAZING GRACE per coro e orchestra. soprano Ines Orioli

lunedì 24 ottobre 2011

Evento 11.11.11 : unisciti per unire nella pace il mondo.

Grazie al TUO aiuto, questo 11.11.11 uniremo il Pianeta in pace ed armonia.
Puoi partecipare seguendo queste semplici istruzioni.
1) pensa ad almeno 11 persone che sono state o sono importanti nella tua vita, persone che ti stanno a cuore e che hanno a cuore il nostro Pianeta.
2) (opzionale) fai sapere a queste persone quanto sono importanti per te (dillo di persona, per telefono, email, web…)
3) invita queste persone a partecipare a questo 11.11.11, primo giorno dedicato alla pace ed all’armonia nel mondo.
4) per partecipare a questo 11.11.11 devi semplicemente fare ciò che ti piace ed appassiona, ciò che ti dà gioia e pace, comunicando questa pace alle persone intorno a te.
5) puoi promuovere l’evento su FaceBook http://www.facebook.com/The11.11.11Event
6) Conferma la partecipazione all’evento qui: http://www.facebook.com/event.php?eid=254855627876503 e invita le persone che ami (punto 1)

L’obiettivo è di raggiungere almeno 111.111.111 persone che sappiano comunicare felicità e pace in questo giorno.
Possiamo farlo?
Condividi questo messaggio su tutti i social network.
Grazie per l'aiuto che dai a unire il mondo nella pace e nella gioia, nella tolleranza e nell'armonia.
It is Time. It is time for Change. Time to Unite.

martedì 7 giugno 2011

Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere

"Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere": così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondeva ai cronisti che gli chiedevano se sarebbe andato a votare per i referendum.

Ecco il video virale esploso nei social network che invita a votare i referendum.
L'effetto domino è preso dallo spot pubblicitario di una birra e modificato nel finale. Chissà che un giorno l'Italia non impari anche a fare le file! ;-)
Il messaggio non è "vai a votare perché lo fanno tutti" ma piuttosto "aiutaci a diffondere L'informazione" perché solo l'informazione porta a una scelta consapevole!
La Rete è uno strumento di democrazia: non ci sono barriere ed il singolo è LIBERO DI CONDIVIDERE

venerdì 27 maggio 2011

Impariamo a riconoscere i costruttori d'odio e di morte

Il ventre che partorì la cosa immonda è ancora fecondo (V. Jankélévitch).

Da Dachau (Germania nazista1933) a Omarska (Bosnia cetnica 1993), che si trova a poche ore di auto da casa mia...
L'urlo muto dei campi di sterminio si leva ancora.

Chi ha voluto, nutrito e popolato i patiboli di un'orgia di assassinii, mutilazioni, pestaggi e stupri è ora consegnato alla corte di giustizia europea che lo giudicherà per i crimini commessi contro l'umanità

Ma ciò che mi stordisce è come il seme dell'odio abbia potuto tornare a germogliare per riproporre le stragi dei campi di sterminio. Iniziò con parole di intolleranza, separazione e scherno... le medesime parole che ho ascoltato dai capi della fazione determinante per l'equilibrio dell'attuale governo italiano.

A qualcuno piacciono ancora i campi di sterminio e non si vergogna a farlo intendere, rimpiangendo l'azione di chi li ha realizzati senza aver sfruttato l'opportunità di portare a termine il "lavoro".

Borghezio dice del sanguinario boia dei balcani:
«Un vero patriota».
«Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche».
«I Serbi avrebbero potuto fermare l'avanzata islamica in Europa, ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i Serbi, compreso Mladic. Io comunque - assicura - andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà».
[fonte: "La Repubblica" 27.5.2011]

domenica 24 aprile 2011

Il giorno di Pasqua in dialetto bresciano

Pasqua nei luminosi versi di una splendida poesia in dialetto bresciano dell’amica Elena Alberti Nulli. Ho avuto la musica di queste parole in dono e le ho chiesto di poterne condividere la gioia con chi vorrà ascoltarla con cuore sereno.
Buona Pasqua di Resurrezione a tutti.


Pasqua

Ma che g’hale le campane
che le suna d’alegressa
sö le strade e sö le piasse
nel bel ciel de la mé Brèssa?
Che cantà de passirìne
che cantà de rundinèle
canta l’erba
canta i fòs
certo argóta ghè sücès
de sicür l’è argót de gròs.
Basta veder che spetacol,
che toalèt e che elegansa
la sarésa e l’ambrognàga
col vistit de seda bianca.
Margherite col ventài
cantarèle col fular
töcc i pèrsec i dindùla
la sotana rosa ciar.
Piante e sés vistide a festa
come spuse che g’ha l’vel
töt el mond el s’enzenöcia
töt el mond el bev el ciel.

Elena Alberti Nulli

Pasqua


Ma che hanno le campane
che suonano di allegrezza
sulle strade e sulle piazze
nel bel cielo della mia Brescia?
Che cantar di passerette
che cantar di rondinelle
canta l'erba
canta il fosso
certamente qualcosa è successo
di sicuro è qualcosa di grosso.

Basta vedere che spettacolo

che toilettes… e che eleganza
il ciliegio e l'albicocco
col vestito in seta bianca.
Margherite col ventaglio
primule con il foulard
tutti i peschi a dondolare
la sottana rosa chiaro.
Piante e siepi vestite a festa
come spose con il velo
tutto il mondo si inginocchia
tutto il mondo beve il cielo.


Elena Alberti Nulli

lunedì 28 marzo 2011

Il Reduce: testo italiano della struggente canzone di Davide Van De Sfroos

L’amica Jasna ha tradotto il testo della stupenda canzone "Il Reduce" di Davide Van De Sfroos.
I figli e le figlie di reduci, chi ha parlato con loro e li ha conosciuti veramente, comprende quanto dolore e struggente dolcezza contengono questi versi.
Eccola.

Artista: Davide Van De Sfroos
Album: Yanez
Titolo: Il Reduce

Aspetta un attimo a cacciare via il sole
e a lasciami qui da solo all'ombra.
Sul muro la tua croce sembra tremi,
quando accendo il camino.
La poltrona conosce il mio peso
ma a sfondarla è questa memoria
che soffia con il suo fiato da zampogna
per non farmi dormire.
E se guardo questo guanto di pelle
con sotto un pugno fatto di legno,
mi domando se la mano che ho perduto
stia ancora sparando.
Ma forse è stato un tuo regalo
a strapparmi via quella mano sciagurata
che pregava per non farsi ammazzare
e sparava,sparava,sparava…
ad altra gente che sparava…
e sparava,sparava,sparava…
ad altra gente che pregava.
Non avevo mai ammazzato neanche un fagiano
ed ho sempre trattato bene anche le formiche.
Eravamo in tanti caricati su quel treno,
come foglie distaccate,
e imparavamo tutta la geografia
nel contare ogni posto che bruciava.
E la cenere di tutta l'Europa
ce l'ho ancora in bocca.
Per il viaggio di nozze con la morte
abbiamo tirato fuori Nikolajewka.
E brindavamo con il ghiaccio e con il fuoco
col muso nel fango.
E la sposa vestita di nero,
quanta gente ha portato sul suo altare.
E intanto che le davo la mano,
girava la faccia lontano
verso quelli che baciava
e in tanto lasciava il suo anello
a quest' uomo che tornava.
La tua croce ha sempre tre chiodi,
la mia ovviamente uno in meno,
ma son qui con la stessa preghiera
come ogni sera.
Te la scrivo con il sangue non speso
ed una penna nera.

giovedì 17 marzo 2011

Occhi di antichi guerrieri greci ci guardano dalla profondità della storia

Il Centro Pastorale di Santa Maria in Silva di Brescia sta diventando veramente una "casa dei fratelli", come ho spiegato ai piccini che sempre più numerosi accorrono per partecipare al doposcuola e che mi chiedono «Cosa è un Oratorio?».
Vengono anche se spieghi che il giovedì le aule sono occupate per il Catechismo «Cosa è un Catechismo?».
Vogliono vedere e capire anche se spieghi che per partecipare ci vuole il permesso della famiglia.
«Ma allora anche per voi [Cristiani] gli uomini sono tutti fratelli?».
Si, Asya, che hai appena scoperto che "anche noi" celebriamo il Sacrificio di Abramo.
Tutti figli di immigrati che lavorano come Negri.. come Indiani, come Ganesi... insomma che si spaccano la schiena per un futuro migliore per la loro famiglia.
Arrivano qui e non gli si chiede il permesso di soggiorno: si accolgono.
Ogni volta, per sapere come ci si comporta, credo che la regola a cui ci si dovrebbe attenere consista nel porsi la domanda: "Cosa avrebbe fatto Gesù al posto mio?".
Questo risolve sempre ogni dubbio su cosa sarebbe opportuno fare.
Così studiano con me e li ringrazio per la gioia che regalano a tutti i volontari che partecipano al progetto ed a me.
Oggi mi hanno chiesto ragione della frase evangelica "Sforzatevi di entrare per la porta stretta!".
«Ma tu che sei mussulmana fai Religione a scuola?»
«No, ma volevo ascoltare.»
Così poi hanno voluto sapere cosa è una parabola.
Non è facile tenere muri alzati a separare i banchi a scuola.
I piccoli vogliono ascoltare, vogliono capire, vogliono sapere.
Che senso ha “rimandarli a casa loro”?
Chi realmente è a casa sua?
Le ragazze hanno quasi tutte le trecce, proprio come le donne longobarde che vennero qui come immigrate illegali.
Gli occhi delle bambine e bambini del Punjab hanno talvolta un colore chiaro, persino occhi azzurri o verdi.
Ne ho compreso l’origine quando una bambina dolcissima mi ha detto che veniva da Alessandria Bucefala.
Alessandria Bucefala? Si. Proprio così. Non parlava italiano, ma queste due parole così consuete per la cultura occidentale sono state un lampo di luce.
Alessandro Magno, il grande condottiero greco, era molto legato al suo cavallo di nome Bucefalo. Quando il fedele animale cadde nella battaglia dell'Idaspe contro il re indiano Poro, Alessandro Magno decise di dedicargli una città. In ogni più lontana regione da lui conquistata volle lasciare presidi greci, per ottenere la fusione dei popoli e delle culture.
Dunque gli avi degli immigrati che siedono tra i banchi di questa improvvisata scuola di frontiera bresciana erano anche opliti macedoni dalle lunghe lance ed occhi cerulei, forse persino generali dell’antica Grecia.
Migliaia di anni prima un popolo dai capelli biondi, che tesseva panni dalle fitte righe incrociate, venne dall’Asia fino all’Europa. I Kilt scozzesi sono una traccia di quella lontana storia di migrazione.
Siamo tutti figli di una tormentata storia di migrazioni.
Il sangue degli uomini e delle donne si è mescolato milioni di volte. Sempre rosso.
Il mio sangue, ereditato da genitori padani, potrebbe essere compatibile con quello di un nativo australiano ma non con quello di un bergamasco.
Forse è per questo che capita di sentirmi fratello di chi sta lontano ed estraneo al vicino di casa.

domenica 20 febbraio 2011

Tanti colori, tanti sapori, tanti ritmi e suoni: questa è la gioia

A dire che siamo tutti uguali non ci vuole molto.
È crederlo e viverlo davvero che è difficile, che poi difficile non è neanche il termine adatto.
È faticoso, ma non difficile.
È impegnativo, ma non impossibile.
ÈVengo da anni di scuola e di progetti di collaborazione in cui mi sono sentita più diversa per il modo di pensare che per il colore della pelle.
E ho sempre pensato che fosse la cosa giusta.
Ed alla fine è la cosa giusta, perché non porta odio ma ha sempre portato cose come dialogo, confronto e scambio.
Dico solo che, a parte il solito moralismo che la gente espone sui muri delle case bianche e intonacate, ci vorrebbe anche concretezza in ciò che viene detto, spiegato a grandi e piccoli e rivendicato come nostro diritto.
Ecco, solo questo; perché qui, almeno in queste vie, ogni tanto manca, manca troppo.
Ci ho pensato un sacco a quelle due ragazze, e mi hanno fatto stare bene nel tempo della lettura di due paragrafi.
Ho fatto anche io un'esperienza del genere in un CAG, e non posso negare di ricordare quanto sia stata bellissima.
Perché si impara di più da persone di mondi diversi che da un mondo di persone uguali.

Nuvola             [Commento al post precedente]

venerdì 18 febbraio 2011

I granelli si muovono, ma alla fine sono le montagne che cambiano posto

L'acqua ed il vento accarezzano le rocce: minuscoli granelli di sabbia, terra e roccia osano l’avventura per andare lontano.
È così che invalicabili contrafforti di pietra diventano fertili pianure.

Ancora una volta a mettere in moto il cambiamento sono le donne.
Le società si trasformano e si evolvono quando si aprono nuove opportunità e si crea innovazione, progresso e libertà. Questo cammino non si realizza per automatica magia, ma è sempre frutto di qualcuno che ha iniziato rischiando.
Così c’è sempre chi inizia percorsi nuovi. "La prima volta" è spesso privilegio, sfida e sacrificio femminile.

Il Centro Pastorale di Santa Maria in Silva, a Brescia, è un posto che mi piace. Ci ho trovato la medesima gioia multicolore della mia scuola di frontiera: un posto dove nasce per fusione una nuova Italia.
Quattro pomeriggi alla settimana si tiene “fuoriclasse”: un progetto nato nel quadro di un’azione educativa, sostenuta dal Comune di Brescia, che coinvolge diversi oratòri di Brescia e che si chiama SPACEBOOK.
Decine di bambini e adolescenti trovano un posto per studiare e fare i compiti con l’assistenza e la guida di una quindicina di volontari, anche giovanissimi, che si danno il turno. Tre aule traboccanti di costruttiva confusione: porte aperte, gioia e tanta voglia di stare insieme. Non so dire quanti sono i popoli e le religioni rappresentate.

Quando cominciò questa avventura mi si riempì il cuore di gioia nell’accogliere due gioielli di ragazze di fede mussulmana. Fu allora che per spiegare cosa era un oratorio, dissi che era la casa dei fratelli e delle sorelle. A partire da quei primi giorni, il passaparola corse tra le scuole e così oggi le tre aule sembrano ormai troppo strette.

Ma non è questo il prodigio di integrazione, rispetto e collaborazione che voglio raccontare.
È accaduto un fatto nuovo. Due sponde si sono toccate perché donne coraggiose hanno steso la mano.

Oggi sono arrivate due ragazze col velo.
Non come utenti: ormai è per noi troppo normale.
Sono venute per portare aiuto come volontarie!
Si sono unite nel segno del medesimo amore e con l’identica volontà di dono.
Siamo dalla stessa parte per davvero, finalmente! Senza distinzione di credo per aiutare chi è nel bisogno.
Queste ragazze non sono venute a titolo individuale ma parteciperanno al progetto educativo come espressione della comunità mussulmana di Brescia.
Hanno detto:«riferiremo ciò che abbiamo ascoltato e visto» … e i loro occhi brillavano e le labbra sorridevano.
Ora so che le pietre usate per erigere muri non potranno eternamente resistere a chi torna pazientemente a smontarli per costruire ponti.

Grazie a voi, ragazze di "la prima volta che…"

martedì 15 febbraio 2011

Donne nel fango, donne incatenate: lo spettacolo della RAI

Zappingando capito su "Isola dei Famosi 8" e vedo donne discinte che si buttano a capofitto dentro a bidoni di fango a pescare sassolini per fame. Il direttore generale della RAI Mauro Masi telefona in trasmissione per dire che gli piace. Questa mattina scopro che, a seguire nella medesima trasmissione, due donne incatenate hanno divertito il pubblico mettendo le mani in uno scatolone di rettili. Questo dopo le manifestazioni rosa di domenica febbraio 2011.

Credo che umiliare il fascino femminile sia estremamente stupido, regressivo, diseducativo e socialmente nocivo.
Anche il nudo può essere rappresentato in modo sublime: lo apprezzerei.
Ma che l'umiliazione della donna sia ridotta a sordido spettacolo circense, sacrificio pagano al dio denaro... ad opera di un pubblico servizio per cui sono COSTRETTO a pagare un canone, lo trovo assolutamente rivoltante.

sabato 12 febbraio 2011

Vento Rosa

Ho sentito un soffio levarsi.
Ora un vento rosa attraversa le piazze portando profumo di primavera, rispetto e dignità.

Ancora una volta vi avevano sottovalutato, mamme, mogli, sorelle, capelli argento e trecce nere.
Prima pagina per pochi servi col cartello stampato e distribuito dalla sola unica mano.
Prezzolati per sbraitare che è un diritto comprare vendere carne umana.

Milioni di persone sono invece in strada per pronunciare forte le parole che furono gettate in faccia ad Erode: "Non ti è lecito!".
No, cari telegiornali e radiogiornali... tradite seminando falsità quando raccontate che le donne sono divise;
che i piatti della bilancia sono due: a favore e contro.
Non hanno lo stesso peso poche decine di lacchè e milioni di donne.
Non hanno lo stesso peso la prostituzione e la dignità.