sabato 5 ottobre 2013

Il prossimo Vajont si chiama Terra

La memoria della tragedia del Vajont non parla del passato, ma del presente e del futuro.

Anche oggi la Terra manda inascoltati avvertimenti, così come la montagna emetteva  i sordi boati che la giornalista Tina Merlin descrisse prima del disastro.

Ancora oggi chi ammonisce i potenti e gli avidi, diffidandoli dal procedere nella distruzione della natura, delle risorse, dell’aria e dell’acqua, è zittito e persino denunciato per "diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico".

Come allora, chi può fermare la catastrofe, preferisce sperare insensatamente che nulla accada, che la rapina possa proseguire impunemente, che chi si rende responsabile del cataclisma possa nascondersi dietro all’anonimato di una pretesa fatalità senza colpe individuali.

Così si va avanti a disboscare, perforare, cementificare, bruciare, scavare, inquinare cielo terra ed acqua, dirompere gli strati profondi delle rocce…

Il prossimo Vajont si chiama Terra: inutile fingere di non saperlo.