mercoledì 29 febbraio 2012

La cicala di Fabio Luzietti

Fabio Luzietti, classe 1969, è al suo romanzo d’esordio, una storia vagamente autobiografica che prende spunto dalla malattia genetica con cui combatte da quasi vent’anni. Diplomato al Liceo Classico Raffaello di Urbino, laureato in giurisprudenza, appassionato di letteratura fin dall’infanzia, nel 1993 scopre di essere afflitto da ALD, la malattia genetica trattata nel film L’olio di Lorenzo. Un percorso che lo porta fino alla sedia a rotelle, senza impedirgli di costruirsi una vita “normale”.

Una storia lunga quindici anni, fra speranza e amore, sofferenze e soddisfazioni, anni di continue lotte contro il destino. Una grave malattia, che poco alla volta ti toglie la possibilità di fare molte cose, diventa l’occasione per godere appieno di tutto quello che l’esistenza può ancora offrire. Se lo assecondi, il destino si piegherà alla tua volontà e le cose torneranno ad essere più semplici.

...Uno squillo atroce lo fece sobbalzare mentre affrontava una delle splendide curve che lo riportavano al mare, detestava quelle invasioni della sua privacy mentre si esprimeva al volante. Serena gli chiedeva che fine avesse fatto, lo stavano aspettando per organizzare la serata. “Arrivo in un’ora, aspettatemi.” Spinse ancora più a fondo sul gas, l’immagine di Sara stesa sul suo prato gli faceva dimenticare tutta la stanchezza di quella giornata. Una sensazione strana, mista di gioia e di paura, gli gonfiava il petto, non si sentiva per niente lucido.

Parcheggiò sbandando sulla breccia, a mo’ di sfregio al vicino rompiscatole in agguato dietro la siepe, che si affrettò verso la spiaggia. Serena stava risalendo il vialetto, lo aveva visto arrivare mentre si faceva una doccia,probabilmente gelata.


Sembri una grattugia Serenella”disse Marco, riferendosi alla vistosa pelle d’oca sulle braccia,con un occhio sornione ai capezzoli che sembravano voler bucare il reggiseno.

Vieni qui tesoro, che la faccio venire anche a te”, e senza dargli possibilità di fuga lo inzuppò più di quanto non lo fosse già per il caldo afoso.

Erano tutti accovacciati sulla spiaggia, all’ombra della vela del surf di Giorgio, che stava stuzzicando Sara con un bastoncino. Marco sentì un’ondata di calore salirgli alle tempie e strinse denti e pugni per soffocare l’impulso di fargli male. Poi si accorse che Adele era lì accanto e gli sussurrava qualcosa in un orecchio, guardando lui con occhio malizioso. Lo stavano prendendo in giro, così cercò di recuperare subito la calma e sfoderò il migliore dei suoi sorrisi. Mentre faceva quei pochi metri attaccato al braccio solido di Serena pensò alla sera prima e alla punta di gelosia che aveva colto negli occhi di Sara, per cui decise che si meritava anche lui di patire un po’.Evidentemente non era riuscito per niente a tener nascosto quel che provava, ma in fondo non gli interessava più di tanto…

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sabato 25 febbraio 2012

Il mio sangue è rosso. Di che colore è il tuo?

Il mio sangue è rosso.
Di che colore è il tuo?
Siamo nati strillando
con lo stesso vagito.
Possiamo ridere
con la stessa risata.
Gridiamo il nostro dolore
con il medesimo urlo.
Sappiamo piangere
con le medesime lacrime.
Moriremo emettendo
un identico sospiro.
Siamo fratelli e sorelle.
Che ti piaccia o no.

by Gabriele Chiesa
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