giovedì 19 settembre 2019

Discorso di Greta Thunberg davanti al Congresso U.S.A. 19.09.2019


Discorso di Greta Thunberg davanti al Congresso U.S.A.

18.09.2019


Traduzione a cura di Gabriele Chiesa.


Mi chiamo Greta Thunberg, ho 16 anni e vengo dalla Svezia. Sono felice di essere con voi qui negli Stati Uniti. Una nazione che, per molte persone, è il paese dei sogni.

Anche io ho un sogno: che governi, partiti politici ed impre3nditori comprendano l'urgenza del problema posto dal clima e dalla crisi ecologica e si uniscano superando le differenze, come è indispensabile fare in caso di emergenza, assumendo prendano le misure necessarie per salvaguardare le condizioni di tutti per una vita dignitosa sulla terra.
Se ciò accadrà, noi, milioni di giovani che in sciopero scolastico, potremo tornare a scuola.

Sogno che le persone al potere, così come i media, inizino a trattare questa crisi come l'emergenza fondamentale. Così che io possa poter tornare a casa da mia sorella e dai miei cani. Perché mi mancano.

In effetti ho molti sogni. Ma questo è l'anno 2019. Questo non è il momento e qui non è il luogo dei sogni. Questo è il momento di svegliarsi. Questo è il momento nella storia in cui abbiamo bisogno di essere completamente svegli.

Sì, abbiamo bisogno di sogni, non possiamo vivere senza sogni. Ma c'è un tempo e un luogo per tutto. E i sogni non possono realizzarsi solo raccontandoli.

Eppure, ovunque io vada, mi sembra di essere circondata da fiabe. Leader aziendali, funzionari eletti in tutti i partiti trascorrono il loro tempo a inventarsi e a raccontare favole della buona notte adatte a calmarci per farci tornare a dormire.

Queste sono storie fondate sull’idea che tutto si sistemerà da solo e senza sforzo. Sarà tutto meraviglioso quando avremo risolto tutto. Ma il problema che stiamo affrontando non è la mancanza della capacità di sognare o di immaginare un mondo migliore. Il problema ora è che dobbiamo svegliarci. È tempo di affrontare la realtà, i fatti, la scienza.

La scienza non parla essenzialmente delle grandi opportunità di creare la società che abbiamo sempre desiderato. Racconta invece di sofferenze umane taciute, che peggioreranno sempre più, tanto più ritarderemo l'azione. A meno che non iniziamo ad agire ora. E sì, ovviamente un mondo trasformato e sostenibile includerà molti nuovi vantaggi. Ma bisogna rendersi conto capire che questa non è principalmente un'opportunità per creare nuovi posti di lavoro verdi, nuove imprese o una crescita economica verde. Questa è soprattutto un'emergenza, e non una semplice emergenza. Questa è la più grande crisi che l'umanità abbia mai affrontato.

Dobbiamo agire di conseguenza in modo che le persone possano comprendere e valutare l'urgenza. Perché non si può risolvere una crisi senza trattarla come un vero pericolo. Smettiamola di dire alla gente che tutto andrà bene quando in realtà, come sembra ora, non andrà molto bene. Questa favola non è qualcosa che puoi confezionare e vendere o liquidare con i "mi piace" sui social media.

Smettiamola di fingere che tu, la tua idea imprenditoriale, il tuo partito o il tuo piano politico risolveranno tutto. Dobbiamo renderci conto che non abbiamo ancora tutte le soluzioni. Siamo molto lontani da questo. A meno che queste soluzioni non significhino semplicemente che smettiamo di fare certe cose come sempre abbiamo fatto.

Cambiare una fonte di energia disastrosa con una leggermente meno disastrosa non è un progresso. L'esportazione delle nostre emissioni all'estero non sta riducendo le nostre emissioni. La contabilità creativa non ci aiuterà. In realtà, questo è il vero cuore del problema.

Alcuni di voi potrebbero aver sentito che abbiamo a disposizione 12 anni dal 1 ° gennaio 2018 per dimezzare le nostre emissioni di anidride carbonica. Ma immagino che quasi nessuno di voi abbia sentito che esiste una probabilità del 50% di rimanere al di sotto di 1,5 gradi Celsius di innalzamento della temperatura globale al di sopra dei livelli preindustriali. Probabilità del cinquanta per cento.

Ed calcoli scientifici più ottimistici attualmente disponibili non includono punti di rottura non lineari, così come la maggior parte dei circuiti di feedback negativi restano imprevedibili, come il gas metano estremamente potente che fuoriesce dal permafrost artico che sta rapidamente scongelandosi. Oppure quello già inglobato nel riscaldamento e nascosto dall'inquinamento atmosferico tossico. Opure la questione dell'equità e della giustizia climatica.

Quindi una probabilità del 50% equivalente al lancio statistico di una moneta, non può essere sufficiente. Sarebbe moralmente indifendibile. Qualcuno di voi salirebbe su un aereo sapendo di avere il 50% di probabilità di schiantarsi? Più precisamente: vorresti mettere i tuoi figli su quel volo?

Perché è così importante rimanere al di sotto del limite di 1,5 gradi? Perché questo è ciò che la scienza unita chiede, per evitare di destabilizzare il clima, in modo da evitare una reazione a catena irreversibile ed al di fuori del controllo umano. Anche con 1 grado di riscaldamento stiamo assistendo a una perdita inaccettabile di opportunità vita e di mezzi di sussistenza a livello globale.

Quindi, da dove iniziamo? Bene, suggerirei di iniziare a guardare il capitolo 2, a pagina 108 del rapporto IPCC pubblicato l'anno scorso. Proprio lì dice che se avessimo una probabilità del 67% di limitare l'aumento della temperatura globale a meno di 1,5 gradi Celsius, il 1 ° gennaio 2018 avremmo dovuto avere un margine residuo di circa 420 Gigatonnellate di CO2 sul bilancio del biossido di carbonio. Ovviamente quel valore si è oggi drasticamente ridotto. Questo perché emettiamo circa 42 Gigatonnellate di CO2 ogni anno, includendo anche l'uso del suolo.

Con i livelli di emissioni odierni, il budget residuo a nostra disposizione scomparirà in meno di 8 anni e mezzo. Questi sono numeri, non opinioni personali. Non sono ipotesi oppure opinioni politiche. Questi sono i più fondati dati scientifici attualmente disponibili. Sebbene un gran numero di scienziati suggerisca che anche queste cifre siano troppo moderate, queste sono quelle che sono state accettate da tutte le nazioni attraverso l'IPCC.

Dobbiamo ricordarci che queste cifre sono globali e quindi non dicono nulla sull'aspetto dell'equità, come chiaramente indicato dall'accordo di Parigi, che è assolutamente necessario fare funzionare su scala mondiale. Ciò significa che i paesi più ricchi devono fare la loro parte in modo equo e ridurre le emissioni a zero molto più velocemente, in modo che le persone dei paesi più poveri possano aumentare il loro tenore di vita, costruendo ameno alcune delle infrastrutture che noi abbiamo invece già costruito, come strade, ospedali, scuole, acqua potabile pulita ed elettricità.

Gli Stati Uniti sono il più grande inquinatore di carbonio della storia. È anche il produttore numero uno al mondo di petrolio. Eppure, sono anche l'unica nazione al mondo che ha dichiarato la tua forte determinazione di lasciare l'accordo di Parigi. Perché, questa è una citazione "è stato un accordo sfavorevole per gli Stati Uniti".

Ci è rimasto un margine di 420 Gigatonnellate di emissioni di CO2, al 1 ° gennaio 2018, per avere una probabilità del 67% di rimanere al di sotto di 1,5 gradi di aumento della temperatura globale. Ora quella cifra è già scesa a meno di 360 Gt.

Mi rendo conto che questi dati sono molto scomodi. Ma le persone hanno il diritto di sapere. La stragrande maggioranza di noi non ha idea dell’esistenza di questi dati. In effetti nemmeno i giornalisti che incontro sembrano sapere che come stanno le cose, per non parlare dei politici. Eppure sembrano tutti certi che il loro piano politico risolverà l'intera crisi.

Ma come possiamo risolvere un problema che non capiamo nemmeno del tutto? Come possiamo trascurare il quadro completo ed i dati di ricerca scientifici disponibili?

Credo che ci sia un enorme pericolo nel comportarsi in questo modo. Non importa quanto politico possa essere lo sfondo di questa crisi, non dobbiamo permettere che il problema continui ad essere trattato come una questione politica di parte. Il clima e la crisi ecologica vanno oltre la politica di partito. Il nostro principale nemico in questo momento non sono i nostri avversari politici. Il nostro principale nemico ora è la fisica. Non possiamo trattare con la fisica.

Tutti dicono che fare sacrifici per la sopravvivenza della biosfera, garantendo le condizioni di vita per le generazioni presenti e future, è una cosa impossibile da fare.

Gli americani hanno effettivamente fatto enormi sacrifici per superare storiche sfide terribili.

Pensiamo ai soldati coraggiosi che si precipitarono a riva in quella prima ondata di Omaha Beach il D Day. Pensiamo a Martin Luther King ed agli altri 600 leader dei diritti civili che hanno rischiato anche la propria vita per marciare da Selma a Montgomery. Pensiamo al presidente John F. Kennedy che annunciò nel 1962 che l'America avrebbe "scelto di andare sulla luna in questo decennio e raccogliere altre sfide, non perché sono facili, ma perché sono difficili ..."
Guardiamo oltre.

Forse è impossibile. Ma guardando quei numeri possiamo leggere i dati scientifici certificati da scienziati di ogni nazione: ecco cosa abbiamo davanti.

Non possiamo lasciare trascorrere il tempo sognando, oppure restare a vedere come si concluderà la lotta politica.

Non possiamo scommettere sul futuro dei figli con il lancio di una moneta.

Dobbiamo invece unirci dietro la scienza.
Dobbiamo agire.
Dobbiamo fare l'impossibile.
Arrenderci non sarà mai un'opzione


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